La Torre di Sant’Anastasio è situata nella piazza centrale e prende il nome dall’immagine del santo vescovo scolpita sulla sommità, anche questa testimonianza della presenza del rito greco. A lungo abbandonata dopo le trasformazioni imposte alla realtà sociale del borgo dalla grande industria, si avvia a essere restituita alla comunità dopo un lungo e laborioso restauro.

L’antico edificio è simbolo del potere sul borgo delle monache benedettine di Brindisi, proprietarie del Feudo di Tuturano dal 1097 per volontà del conte normanno Goffredo di Conversano e di sua moglie Sighelgaita. La trascrizione dell’atto originario di donazione si trova nel manoscritto di Ortensio Leo, oggi conservato nella Biblioteca Arcivescovile De Leo. La donazione si colloca nella politica dei Normanni di avvicinamento e collaborazione con la chiesa cattolica nel corso dell’XI sec: fu lo stesso Goffredo a promuovere la costruzione della chiesa di San Benedetto e dell’annesso convento delle monache benedettine di Brindisi e a invitare il papa Urbano II per l’inaugurazione della chiesa cattedrale di Brindisi.

Anche qui l’antica torre dialoga con la moderna torre dell’orologio, inaugurata nel 1898, negli in cui la città fu raggiunta dalla ferrovia e si inaugurava, nella provincia di Brindisi, come nel resto del Mezzogiorno, un periodo di modernizzazione, di cui parleremo nella tappa 5. È proprio nella seconda metà dell’800 che si consolida la forma della cittadina, che aveva il suo fulcro in questa piazza, centralità che mantenne fino agli ’70 del secolo scorso. Tutto intorno erano numerosi, ancora fino agli ’70 del ‘900 le masserie e i boschetti di querce e lecci, di cui rimane testimonianza nel Bosco Colemi.